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Psicoanalisi e arte

L'artista cerca, durante l'opera, la disponibilità totale. Ciò significa che l'artista che opera tende ad una condizione di amplificazione massima delle sue capacità psichiche. Tale condizione può essere raggiunta solo attraverso destrutturazioni e ristrutturazioni intrapsichiche sui generis, che consentano rapidi mutamenti dei livelli funzionali; riduzioni discrete delle barriere esistenti tra i sistemi interni; modifiche transitorie delle loro interrelazioni, sopratutto di quelle sviluppatesi tra Io ed Es: al fine di un contatto immediato e della utilizzazione diretta delle energie istintuali e dei “materiali” primari inconsci. I fenomeni disposizionali e condizionali di avvio sembrano consistere nella flessibilità delle rimozioni (Freud: Introduzione) e nella facilità di fusione tra le energie libidiche e aggressive. Ciò comporta peraltro la pericolosa possibilità di un'intrusione o di una irruzione degli impulsi dell'Es entro l'Io, a livello di coscienza. La protezione contro questo pericolo consiste unicamente nella buona organizzazione delle funzioni dell'Io, nella loro elasticità, estensibilità e costanza; consiste cioè nelle capacità dell'Io:
- di dislocare (spostare) i vettori pulsionali e direzionarli verso mete adattative socializzate (sublimazione);
- di effettuare trasformazioni sull'energia pulsionale (neutralizzazione);
- di mantenere un'autoregolazione efficiente durante il mutare dei livelli funzionali, di controllare cioè la regressione e contemporaneamente l'intensità dei processi primari, le tensioni conflittuali, la propria attività autonoma.


Ogni opera d'arte costituisce una oggettivazione della realtà della immagine.

Ogni processo creativo costituisce una riduzione, alla realtà, dell'immagine.


Tratto da
Corrao, F. (1965).
II. Psicoanalisi e arte. Rivista Psicoanal., 11:235-245

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