Enzo Funari ci ricorda che il lavoro di Gaddini “Sull'imitazione” (1961) segnò l'ingresso nella letteratura teorico-clinica internazionale di un tema mai trattato in modo approfondito dagli psicoanalisti fino ad allora. Il capitolo primo del libro si intitola infatti “L'origine degli studi psicologici sull'imitazione” e rende conto del contributo di studiosi importanti come Piaget, che ha descritto il passaggio dall'imitazione alla rappresentazione e Meltzoff, che ha sottolineato invece la priorità della rappresentazione sull'imitazione. Il punto di vista psicoanalitico ha messo in luce la doppia valenza dell'imitazione, cercando di capire fino a che punto sia un processo naturale, presente anche nella vita adulta o piuttosto qualcosa di patologico che va contro lo sviluppo. Gaddini (capitolo secondo: “L'imitazione nell'indagine psicoanalitica”) ha sottolineato il primo versante, stabilendo un nesso di continuità tra imitazione, introiezione e identificazione. L'imitazione sarebbe un processo primitivo e corporeo teso a stabilire un senso di integrità e benessere ogni volta che questo viene turbato e precederebbe l'identificazione. Costituirebbe un processo che consente lo sviluppo di fenomeni essenziali per la crescita psichica e la formazione del senso di identità personale. L'Autore, inoltre, sceglie di esaminare il tema dell'imitazione prevalentemente sul piano del narcisismo e dell'idealizzazione difensiva.
Anche nell'arte, secondo Funari, si ripropongono i due poli dell'imitazione: punto di apprendimento iniziale (un'imitazione-ponte) o piatta e passiva ripetizione e in ultimo vera e propria falsificazione.
L'Autore prospetta il discorso sull'arte come pratica collettiva prima che individuale, che si realizza attraverso la tradizione, i modelli, la dipendenza dai maestri e l'appartenenza al gruppo, tutti passaggi permeati dal vincolo imitativo.
L'intento di Funari è di mostrare, attraverso le esperienze estetiche nel mondo dell'arte, che i processi imitativi inconsci e l'imitazione palese tra artisti possono avere inaspettati collegamenti.
Enzo Funari
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