André Green afferma che in ogni artista risiederebbe un "doppio assente": un nucleo sensorio affettivo sprovvisto di volto preciso, e perciò "vuoto" o "mancante", ricolmo della vulcanica incandescenza di un trauma alla ricerca di rappresentazioni e parole. L'opera realizzata non saprebbe nulla, coscientemente, di questo doppio immanente. Tuttavia ne deriverebbe il risvolto, l'altro "doppio", il quale però questa volta risiede all'esterno e lì assume forma, fisionomia e presenza.
Green rpescrive l'attenzione a non esaminare, ricostruendone la biografia, la personalità dell'autore. L'unica opera possibile, oltre che la più feconda, è scandagliare il cosiddetto "inconscio dell'opera": il "doppio assente" di cui il prodotto creativo è la presenza.
A. Green (1973), "Il doppio assente", in Slegare, Borla 1994
Nessun commento:
Posta un commento