Il contributo che il corpo da al cervello non si riduce agli effetti modulatori o al sostegno delle operazioni vitali, comprende anche un contenuto che è parte integrante del funzionamento della mente normale.
Quando contempliamo un'opera d'arte entra in gioco ben più che la retina o le cortecce visive. Si potrebbe dire che, mentre la cornea è passiva, il cristallino e l'iride non solo lasciano passare la luce ma correggono la propria forma e dimensione reagendo alla scena che gli si apre davanti.
Successivamente i segnali riguardanti l'opera vengono elaborati all'interno del cervello. Vengono attivate strutture sub corticali come i collicoli superiori e anche le cortecce sensitive di ordine inferiore, ecc.
Via via che le rappresentazioni disposizionali di quelle aree cerebrali attivano internamente la conoscenza relativa a quanto percepito, il resto del corpo partecipa al processo. Presto o tardi i visceri sono portati a reagire all'immagine vista e all'immagine che la memoria sta generando. Alla fine il ricordo sarà una registrazione neurale di molti dei cambiamenti appena descritti, alcuni dei quali hanno luogo nel cervello ed altri nel corpo.
Nella nostra percezione il corpo ha dunque un ruolo attivo e non passivo.
Liberamente tratto da:
"L'errore di Cartesio"
di Damasio
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