L'angoscia più intollerabile è quella che non ha nome perché non ha senso; dal momento in cui cominciamo a trovargli un significato, possiamo cominciare a dare un nome a questa angoscia. [...] [le angosce hanno così l'occasione di diventare] forme di terrore con un nome.
Danielle Quinodoz (1994), le vertigini tra angoscia e piacere.
Una produzione creativa può consentire una effettiva anche se transitoria presa di coscienza, una più appropriata attribuzione di significato e di forme.
Marco Alessandrini, La mente spiegata da Edvard Munch
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